In Brianza

Brianza: un viaggio tra storia geografia e cultura

brianza

DOVE SI TROVA LA BRIANZA

La Brianza è un’entità territoriale lombarda abitata fin dall’età della pietra. Non essendo un ente amministrativo è difficile darne dei confini precisi, tuttavia in generale si considerano tali il Canale Villoresi a sud, il fiume Seveso a Ovest, il fiume Adda a est mentre a nord sono più sfumati ma comprendono parte del triangolo Lariano, più o meno fin dove nasce il Lambro. Nella storia questa terra ha subito molte variazioni,  ma ha il suo cuore nelle colline tra Rovagnate e Galbiate: a queste zone infatti si riferisce la prima documentazione scritta del nome Brianza datata 1107. In effetti in tale area si trova il Monte di Brianza con il suo famoso campanone. Oggi i comuni che sono considerati parte della Brianza sono più di 150 divisi tra le province di Monza, Lecco, milano e Como.

LA GEOGRAFIA DELLA BRIANZA

Il territorio brianzolo è diviso tra Bassa e Alta Brianza. La prima si estende a sud, sud-ovest ed è un prolungamento della Pianura Padana; qui vi sono le città più grandi e popolose come Monza, Seregno, Vimercate, Meda, Cantù e Seveso. L’Alta Brianza invece è situata a nord, nord-Est ed è una zona prevalentemente collinare e prealpina, dove si ergono per esempio il Monte Cornizzolo, il Monte Barro, la collina di Montevecchia e appunto il Monte di Brianza (in realtà un colle). Oltre alla pianura e alle colline il terzo elemento caratteristico della Brianza è l’acqua: vi sono infatti laghi e fiumi in abbondanza tra i quali sono da segnalare i laghi di Annone e di Pusiano e i fiumi Adda, Seveso e Lambro. Importanti Prealpi come il Resegone citato dal Manzoni, la Grigna e la Grignetta non sono in Brianza ma sono parte integrante del panorama che si può godere dai laghi e dai colli brianzoli.

L’ETIMOLOGIA DELLA BRIANZA

L’etimologia non è del tutto chiara. L’opinione più diffusa è che derivi dalla parola celtica brig, che significa altura o collina, termine rimasto anche nel dialetto: bricc ossia monte. Un’altra possibilità è quella che derivi da Brianteo, un generale al seguito del Gallo Belloveso, leggendario fondatore di Milano. Altra ipotesi ancora è quello che deriva dalla popolazione dei Briganzi una che abitava nei pressi dell’attuale Bergen, in Austria, e che sarebbero arrivati nel territorio lombardo ai tempi delle invasioni barbariche.

LA STORIA DELLA BRIANZA: PREISTORIA ED EPOCA ROMANA

Le prime tracce di insediamenti umani risalgono all’età della pietra; a conferma di ciò vi sono diverse prove archeologiche, come per esempio alcuni ritrovamenti di villaggi palafitticoli lungo il lago di Pusiano. In seguito hanno fatto la loro comparsa i Liguri e poi i Celti Insubri, che hanno vissuto in queste zone fino all’epoca dei Romani. Proprio in quel periodo si sono formati i nuclei di alcuni dei paesi che oggi fanno parte della Brianza. In quell’epoca inoltre la Brianza fu visitata da personaggi importanti come lo  studioso Plinio il Vecchio e, qualche secolo dopo, Sant’Agostino di Ippona che nel periodo della sua conversione, nel 386, visse anche a Rus Cassiciacum cioè, molto probabilmente, l’attuale Cassago Brianza. A testimonianza del legame tra Agostino e la Brianza oggi si può fare il cammino di Sant’Agostino, un percorso che collega 50 santuari mariani lombardi, da Monza a Pavia. Questo percorso è chiamato anche Cammino della Rosa per via della forma che ricorda appunto una rosa. Ebbene il “fiore”  tocca molti luoghi della Brianza.

LA STORIA DELLA BRIANZA: IL MEDIOEVO

Il Medioevo è il periodo aureo brianzolo. Forte è il legame con i Longobardi, in particolare con la regina Teodolinda che ha legato il suo nome a varie leggende nel territorio. Molti paese infatti rivendicano un qualche intervento della famosa regina. In effetti la realtà storica ci dice che fu lei a volere numerosi edifici di culto nelle zone brianzole e a lei si ascrive l’ascesa della città di Monza, che divenne la seconda capitale del Regno Longobardo. Fece costruire per esempio il Palazzo reale e la Basilica di San Giovanni, demoliti nel ‘300 per far posto all’attuale Duomo ove la regina Longobarda tuttora riposa. Sempre legata a Teodolinda vi è la famosissima corona ferrea, secondo la tradizione fu lei a farla fabbricare e poi vi inserì uno dei chiodi della Santa Croce, avuto in dono da Papa Gregorio Magno.

La corona fino al ‘500 fu simbolo del re d’Italia, titolo importantissimo giacché, dall’epoca Carolingia in poi, quasi sempre coincideva con la dignità imperiale. Le incoronazioni furono interrotte sotto Carlo V e riprese poi sotto la dominazione austriaca. La corona è stata poggiata su teste importantissime quali quelle di Carlo Magno, Federico Barbarossa, Carlo V e Napoleone. Oggi la corona ferrea può essere ammirata nel Duomo di Monza.

L’Alto Medioevo ci ha lasciato anche numerosi esempi di edifici in stile romanico, quasi tutti luoghi di culto,  il più importante dei quali è il Complesso di San Pietro al Monte di Civate. Altri esempi sono la chiesa di San Salvatore e quella di San Vito a Barzanò, la chiesa di San Giorgio ad Annone, il Battistero San Giovanni Battista di Oggiono, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Brugora, frazione di Besana Brianza, ma ce ne sono molti altri.

Nel Basso medioevo il nostro territorio godette anche di una certa autonomia amministrativa. Tra il XIV e il XV secolo gli Sforza e i Visconti conferirono l’esenzione delle tasse e altri privilegi alle Pievi di Oggiono, Garlate, Agliate, alla Squadra dei Mauri e di Nibionno, territori questi che formarono l’Università del Monte di Brianza.

LA STORIA DELLA BRIANZA: RINASCIMENTO

In epoca rinascimentale la Brianza fu legata ad alcuni importanti artisti come i Leonardeschi: il Salaì, il Boltraffio e Marco d’Oggiono. Altro artista degno di nota fu il Maestro della Pala Sforzesca. Lo stesso Leonardo, negli anni milanesi, conobbe il territorio brianzolo da cui venivano allievi ma anche modelle: la più famosa è  Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro: è lei la donna ritratta nella Dama con l’Ermellino. Nello stesso periodo il genio di Vinci progettò di unire  Lecco con Milano attraverso canali d’acqua artificiali che avrebbero dovuto attraversare i territori brianzoli. Di questo progetto, mai realizzato, ci sono rimasti alcuni disegni nel Codice Atlantico. Un altro progetto su cui Leonardo lavorò è il cosiddetto Traghetto di Leonardo, di cui esiste un esemplare tuttora funzionante che unisce Imbersago con la bergamasca Villa d’Adda.

LA STORIA DELLA BRIANZA: EPOCA MODERNA E CONTEMPORANEA

A partire dal ‘500 molti nobili milanesi, vista la salubrità del luogo, edificarono le loro Ville di Delizia e i loro palazzi in Brianza. Abbiamo tutt’oggi ottimi esempi come la Villa Trivulzio di Agrate in Brianza, Villa Fossati  a Besana, Palazzo Trotti a Vimercate e Palazzo Carpani Beauharnais, residenza estiva prediletta di Eugenio di Beauharnais viceré d’Italia sotto Napoleone. Tra ‘700 e ‘800 molti artisti e letterati vissero o si fecero ispirare dalle amenità brianzole. Fra questi ricordiamo Giuseppe Parini, Cesare e Ignazio Cantù, Alessandro Manzoni e Stendhal. I pittori più famosi sono stati Appiani e Segantini.

Nel frattempo nei territori brianzoli crebbe la seticoltura che fino al XX secolo ebbe una grande importanza economica. Molti paesi avevano la loro filanda oggi quasi tutte smesse o demolite. Possiamo comunque avere un’idea del lavoro delle filande grazie ad alcuni musei, come quello della Seta di Garlate. Nel XX secolo la Brianza si è pesantemente industrializzata e, accanto ai tradizionali settori del tessile e dei mobilifici, si sono sviluppate industrie pesanti come l’Autobianchi di Desio, la Gilera di Arcore, i cementifici di Merone e moltissime altre. Queste industrie sebbene abbiano dato migliaia di posti di lavoro a tutti i brianzoli rendendo l’area una delle più economicamente sviluppate d’Europa, hanno anche deturpato e inquinato pesantemente l’ambiente. Per fortuna oggi sono in atto numerose politiche di recupero ambientale che si spera possano ridare alla Brianza quelle caratteristiche amenità che da sempre hanno ispirato poeti, scrittori e artisti.